È tempo di pesca.

Nel Paleolitico veniva praticata per il bisogno di nutrirsi e soddisfare la conoscenza dell’uomo. Nei secoli la pesca è diventata anche hobby, stile di vita e, come il caffè, un rito che unisce. E forse un pò tutti abbiamo sognato almeno una volta di andare a pescare, guardando da piccoli “Sampei”, l’eroe pescatore del fumetto manga e cartone animato giapponese degli anni ‘80. Non vogliamo però scrivere un manuale del pescatore, ma farvi conoscere curiosità, anneddoti e, perchè no, piccoli consigli per chi vorrebbe cimentarsi per la prima volta in un “passatempo” che avvicina l’uomo alla natura e al mare, fonte di vita.Un amore che Gionata Paolicchi, giornalista e fotografo, alimenta sin da piccolo. Grande amatore della pesca (di ogni tipo), ha scritto sulle principali riviste nazionali di settore. Attualmente vive a Forte Dei Marmi, in provincia di Lucca. La sua casa sono tutti i mari ed i fiumi dei cinque continenti.

Come ci si innamora della pesca?

Spiegare un sentimento come l’amore è veramente difficile, ma pescatori ci si nasce, è un istinto primordiale, qualcosa che hai dentro e che si sente fin da piccolo. Difficile avvicinarsi alla pesca in età adulta, anche se le ultime e nuove tecniche di pesca stanno spingendo in questa direzione, come il carpfishing, una pesca che mette assieme il campeggio, il vivere all’aria aperta, e lo stare in compagnia.

Consigli utili e piccole regole da rispettare per chi vuole per la prima volta andare a pescare.

Innanzitutto è importante capire che non è la canna ed il mulinello da 1000 euro che prendono il pesce, ma basta spendere poche decine di euro. Imparare a pescare è difficile e serve l’esperienza. Bisogna stare ore, giorni, sulle rive di un fiume, in tutte le stagioni, con la pioggia, il gelo ed il caldo, tra successi e sconfitte e capire quando e come mangia il pesce, capire come e quando farlo abboccare, e poi, soprattutto, rendergli la libertà.

Quale tipo di pesca consigli per chi vuole cimentarsi per la prima volta?

Qualcosa che non faccia annoiare, una pesca semplice come in un laghetto, dove ci sono molti pesci; l’emozione della cattura è la cosa principale, quella che di solito fa scattare la molla a chi non ha mai pescato.

Cosa, invece, non bisogna mai fare?

Uccidere il pesce, soprattutto se di acqua dolce. I pesci sono pochi e vanno salvaguardati, si pesca per diletto non per cibarsi. Ovviamente se vado a pesca e prendo una, due spigole, posso anche tenerle per una bella cena la sera, ma a volte molti pesci vengono presi e buttati, presi e venduti, mentre il pesce è per noi il bene più importante. Bisogna, inoltre, rispettare l’ambiente e non sporcare le sponde, le rive. Inoltre non bisogna mai “esagerare” comprando di tutto e di più, basta davvero poco per iniziare a pescare.

Se domani, quindi, decidessi di andare a pescare, cosa non deve mancare nel mio zaino?

Poche cose, ma essenziali, senza bisogno di spendere troppi euro. Se volete avvicinarvi allo spinning (pesca sportiva con esche artificiali) basta una canna con mulinello, slamatore (pinza per rimuovere l’amo dalla bocca del pesce) una scatola con una decina di esche e potete pescare dalle spigole al cavedano, alla trota; indossate un paio di stivali con suola antiscivolo. Nello zaino non deve mai mancare la macchina fotografica. Per chi pratica la pesca “no kill”, il pesce viene sempre o quasi rilasciato e quindi per ricordarsi della cattura, l’unico sistema è fare una bella foto.

 

 

 

 

 

Si dice che i pescatori sono molto superstiziosi. In che senso?

In effetti lo sono. Ad esempio, se qualcuno ti dice “buona pesca” prima di andare appunto a pescare, ci sono persone che addirittura tornano a casa. La pesca a volte è fortuna, ci sono mille fattori “sconosciuti” che non ci fanno prendere pesce e quindi diamo la “colpa” alla scaramanzia. Ma io ed altri due amici, non siamo scaramantici e per questo, per sfatare il mito, abbiamo da poco messo online un nuovo sito web molto simpatico e divertente che si chiama appunto www.buonapesca.it.

La pesca, come il caffè è un rito e momento di convivialità?

Non esiste un solo pescatore (su oltre un milione e mezzo in Italia) che non prenda il caffè prima di andare a pesca. È un rito irrinunciabile. Il ritrovo per un gruppo di amici prima di una bella pescata è nel novanta per cento dei casi un bar, la restante parte si incontra a un casello autostradale, ma dopo pochi minuti ci si ferma al primo bar. In Inghilterra ricordo delle battute di pesca fatte in movimento sul fiume portandomi dietro addirittura un termos pieno di caffè. La giornata passava tra un pesce, un caffè, un pesce e un altro caffè.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Starfish and coffee – Prince