Levante: dopo il secondo romanzo ritorna sul palco con un nuovo album e il tour in Europa.

Levante

La cantautrice siciliana parla del suo ultimo romanzo “Questa è l’ultima volta che ti dimentico”.

Claudia Lagona, in arte Levante, è una cantautrice siciliana che con il primo album “Manuale distruzione” è stata premiata come miglior opera prima al Medimex 2014 e finalista al premio Tenco. Da quel riconoscimento si sono succeduti vari ed importanti eventi: la registrazione di altri due dischi di successo, un’altra candidatura al Premio Tenco, la sua partecipazione come giudice a X Factor e la pubblicazione di due romanzi.
Noi l’abbiamo intervistata a proposito del suo secondo libro “Questa è l’ultima volta che ti dimentico” (Rizzoli 2018).

Il libro ha come protagonista Anna, una bambina di 6 anni, che vive in un piccolo paese dell’entroterra siciliano. Ha una grande amica e un ragazzo di cui è innamorata. Viene presa in giro dai compagni ma riesce a superare tutto grazie alla passione per la danza. All’inizio della storia la protagonista si osserva per vedere un difetto che gli amici le fanno notare a scuola.

Partiamo da questo oggetto: lo specchio. Perché ricorre spesso nella tua musica e adesso anche nel tuo romanzo?
Lo specchio è un oggetto che ricorre spesso perché lo ritengo magico. E’ definito da molti simbolo di superficialità e vanità ma per me è stato quel “luogo” davanti al quale ho fatto molte riflessioni che non ho poi avuto il coraggio di fare con gli altri. Dove ho cantato centinaia di canzoni senza pubblico, con il quale ho vinto molti premi. Ho preso decisioni molto importanti grazie a questo oggetto perché, fondamentalmente, mi costringe a guardarmi in faccia e non solo. Davanti allo specchio sono “io”, non posso fuggire da quello che vedo e che sono.

 

Anna viene apostrofata come “baffuta” dai compagni di classe. Dalla scuola ai social spesso si arriva agli insulti. Tu cosa fai quando leggi un commento inappropriato ?
Rispetto molto le opinioni degli altri perché il dibattito, a volte anche molto crudo, aiuta a crescere. Se deve però diventare un insulto solo per il gusto di aggredire, io blocco i contatti. E’ uguale a chiudere la porta: i miei profili sono casa mia e si seguono le mie regole.

Che ricordi hai della tua prima elementare?
Non sono come Anna che fa incontri duri e pericolosi, però il primo capitolo del romanzo è la descrizione di me bambina, quando arrivavo a scuola e mi sentivo dire quelle parole brutte. Mi è rimasto il cruccio per sempre. A 31 anni ne parlo ancora e l’ho scritto in un libro! Nonostante il forte dolore che ho provato sono riuscita a farmi una corazza. Spesso rispondevo anche con quei suggerimenti materni che ti senti dire dopo che, da bambini, si torna da scuola in lacrime: “Donna baffuta sempre piaciuta”, oppure, per le bambine più basse, “nella botte piccola ci sta il vino buono”.

Ricordi ancora i tuoi fidanzatini di quando eri bambina/adolescente?
Mi innamoravo centinaia di volte, anche delle pietre, perché ero molto affettuosa e desiderosa di amare, ma mi disinnamoravo con altrettanta facilità.

Perché hai voluto parlare di mafia in questo romanzo?
Io, fortunatamente, non ho mai affrontato la situazione descritta nel libro. Da siciliana, però, ho vissuto le difficoltà dell’entroterra ed è naturale raccontare, fra i diversi ostacoli che si frappongono allo sviluppo di una società, anche quello legato alla mafia. Io ne parlo in maniera marginale, perché credo che per farlo approfonditamente ci vogliano tempi e modi adatti. Nel libro non ci sono spargimenti di sangue, perché la mafia non è solo quello, è anche silente e scava quotidianamente nella vita di tanta tanta gente.

A quando un nuovo disco?
In primavera ci saranno novità perché da alcuni mesi mi sto dedicando alla produzione del nuovo album. In alcuni momenti ho lavorato contemporaneamente alla musica e alla scrittura del libro. In questo nuovo lavoro mi sono scoperta molto puntigliosa e siccome non ho voglia di fare le cose solo per il gusto o la fretta di pubblicarle, ho deciso che mi prenderò tutto il tempo che è necessario per rivedere e correggere.

Da scrittrice e musicista, che spesso fa le ore piccole, che rapporto hai con il caffè?
E’ una compagnia costante e molto piacevole, perché per scrivere passo molto tempo da sola e la tazzina diventa un’amica e confidente. Il mio caffè ideale è senza zucchero, amarissimo e lungo anche se , purtroppo, dopo averne bevute caffettiere intere, mi sono dovuta dare una regolata e controllarne il consumo in maniera più adeguata.