La cucina del recupero: bambini e chef stellati per apprezzare il valore del cibo.

Riportare in vita le sane abitudini delle nostre mamme e nonne. Cuttaia e piccoli chef con le mani in pasta per evitare gli sprechi.

Osservano con curiosità, tra stima e ammirazione i loro chef insegnanti. Fanno tante domande, tutte molto pertinenti, mettendosi in gioco con entusiasmo e passione. Sono i segni distintivi dei bambini che hanno partecipato al workshop “La cucina degli avanzi. Piccoli chef per grandi piatti” organizzato lo scorso 8 Marzo al Palacongressi di Agrigento.

 

Filo conduttore la valorizzazione di ingredienti che altrimenti sarebbero andati sprecati: dal pane raffermo al brodo di verdure passando per la pasta rimasta del giorno prima ad altri ingredienti che, attraverso un pò di fantasia, possono ancora tornare utili in cucina per la preparazione di gustose e originali ricette. Perché il concetto di avanzo, purtroppo, non sempre viene concepito nelle nostre menti come un pensiero positivo. Per questo, piuttosto che avanzo andrebbe chiamato recupero. Chi del resto non ricorda com’era buona la pasta al forno che veniva fritta il giorno dopo? O le fette di pane con l’uovo sbattuto? O ancora le polpette di pane, le torte salate ottenute con ciò che restava in frigo? Riportare in vita le sane abitudini delle nostre mamme o nonne e renderle contemporanee, permetterebbe di mangiare sano, aiutare l’ambiente e mantenere viva la nostra identità.

L’iniziativa, inserita tra i momenti ludico-didattici della 74° edizione del Mandorlo in Fiore, è stata voluta e organizzata dall’Associazione Le Soste di Ulisse (di cui Moak è partner), presieduta dallo chef due stelle Michelin Pino Cuttaia del ristorante La Madia di Licata. Insieme a lui in questa avventura anche lo chef Tony Lo Coco, una stella Michelin del ristorante I Pupi di Bagheria, lo chef Gaetano Basiricò del ristorante Serisso 47 di Trapani e lo chef Giuseppe Costa, una stella Michelin del ristorante Il Bavaglino di Terrasini.