Cosmonaute, esploratrici, scienziate ed artiste. Donne pioniere, coraggiose e ribelli, che hanno spianato strade oggi altrimenti impercorribili. Molte di loro hanno fatto la storia, altre sono rimaste nell’oblio. E poi ci sono donne che ancora oggi, lontano dai riflettori, conducono ogni giorno battaglie, che solo in poche riescono a vincere.
L’8 marzo è la Giornata Internazionale della donna, giorno in cui si celebra la memoria di coloro che hanno mostrato i propri lati forti e decisi, che si sono ribellate al ruolo di “virgo, vidua et mater” (vergine, vedova e madre) che la società dell’epoca aveva imposto loro. Realtà, purtroppo, che ancora oggi esistono. In Africa e in molti paesi produttori di caffè sono le donne che svolgono gran parte del lavoro nelle coltivazioni. Più del 70% della manodopera è femminile, sfruttata e sottopagata. Ma c’è anche chi ha saputo alzarsi e lottare per i diritti propri e della collettività.
Quella che vi raccontiamo è la storia di Mukashyaka Epiphanie, una donna straordinaria. Ad incontrarla – in uno dei suoi viaggi, alla ricerca delle migliori piantagioni di caffè e dei più pregiati monorigini – è Adriano Cafiso, green coffee hunter. Siamo a sud del Ruanda, paese dalle mille colline, nella regione di Nyamagabe, un susseguirsi di valli, alture e corsi d’acqua da togliere il fiato. Appena arrivato nella piccola stazione di Remera ad accoglierlo c’è lei, in una veste coloratissima.
“Nell’istante in cui incrociai i suoi occhi – ci racconta Adriano – compresi subito quanto carisma avesse questa donna, ma sopratutto quanta sofferenza e dolore si celava dietro quella forza e determinazione. Il suo saluto si tradusse in un abbraccio, di quelli che non ti aspetti, ma che ti fanno sentire a casa”. La sua storia è incredibilmente triste, ma di grande esempio. Dopo il genocidio del 1994, in cui perse il marito, rimase sola con sette figli e una piccola piantagione da portare avanti. Vedova e addolorata, non si scoraggiò. Sapeva che bisognava reagire subito e contare solo sulle proprie forze. Iniziò così a rilanciare la piccola piantagione, ragionando da imprenditrice, seppur fino ad allora le era stato consentito di lavorare solo nella manodopera (in Africa e in gran parte dei paesi produttori le donne impegnate nelle piantagioni quasi mai rivestono ruoli di responsabilità).
Furono anni di sacrifici, in cui Epiphanie capì che se voleva crescere doveva migliorare la qualità delle piante di caffè. I prezzi della materia prima erano ai minimi storici e molti piccoli agricoltori, seppur producevano un prodotto di altissima qualità, rinunciavano ad investire sulle piantagioni di caffè. Fu così che Ephipanie cominciò ad acquistarne in grandi quantità e lo rivendette ad un prezzo superiore. Grazie ai primi guadagni e ad un prestito che la banca ruandese le concesse, fondò la società a conduzione familiare, la BufCoffee. Nel 2003, la costante crescita e la credibilità che aveva saputo dimostrare le fecero ottenere un secondo prestito che investì nella costruzione della prima stazione di lavaggio del crudo, a Nyarusiza. Nel 2007 inaugurò la seconda stazione di Remera. Oggi quella piccola piantagione è un’azienda che garantisce lavoro a più di 4 mila donne, retribuite con un salario superiore alla media locale. Donne che riconoscono in Epiphanie la migliore datrice di lavoro della comunità locale. “Sono rimasto molto sorpreso ed entusiasta – continua Adriano – dalla lungimiranza di queste donne: l’impegno della cooperativa è di formare non solo gli agricoltori sulla sicurezza e sulle buone pratiche di coltura, ma anche quello di istruire le donne organizzando corsi di formazione e di degustazione. Scelta per nulla scontata in questi luoghi, dove purtroppo il tasso di analfabetismo è ancora molto alto”.
Perchè il caffè Remera è così buono
Nella stazione di Remera viene coltivata una delle più pregiate qualità di Arabica, selezionata da Moak per la linea Monorigini e per produrre alcune delle sue migliori miscele. E’ la varietà è Bourbon rosso, piante rigogliose che crescono tra i 1700 e i 2000 metri di altitudine. Il periodo di raccolta è tra marzo e giugno e il metodo di lavorazione è quello del lavaggio e di asciugatura al sole. In tazza è particolarmente aromatico, con spiccate note di agrumi e cacao e sentori di miele e frutta fresca. Lievemente acido ha un retrogusto rotondo e persistente.
In Ruanda si coltiva soprattutto Arabica. Da poco la Bufcoffee, per rispondere alle richieste di mercato sempre più numerose, ha investito anche nelle piantagioni di caffè Robusta di altissima qualità.