Ecco spiegato perché chi beve caffè dopo cena non ha problemi di sonno.
Se vogliamo sapere quanti caffè possiamo bere al giorno basta indagare nel nostro codice genetico. La scoperta arriva da Boston, grazie ad uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Harvard. Un risultato che svela come mai alcuni individui assumono più caffeina rispetto ad altri e perché per alcuni bere un caffè dopo cena non influenza il sonno notturno, mentre per altri il rischio è di trascorrere la notte in bianco. Si tratterebbe quindi di una predisposizione genetica, che aiuterebbe a stabilire le quantità massime e minime di caffè che ciascun individuo può assumere nell’arco di una giornata e di poter così beneficiare di un aumento o di una diminuzione del consumo per migliorare la propria salute. A spiegarcelo meglio è il Professor Giuseppe Novelli, professore di Genetica presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Come si è arrivati a questa scoperta?
Circa il 90% degli uomini e donne del nostro pianeta consuma caffeina ogni giorno. È quindi importante sapere come questa sostanza viene metabolizzata dal nostro organismo e soprattutto se gli effetti sono gli stessi per tutti gli individui. Lo studio ha permesso di capire perché alcuni di essi sentono la necessità di assumere più volte al giorno caffeina, altri meno.
Da cosa dipende?
Dalla capacità dell’organismo di metabolizzare la caffeina in un arco di tempo. La differenza sta infatti nella velocità con cui il fegato elimina questa sostanza e i suoi derivati. Questo tempo è stabilito dalla variabilità genetica individuale nel gene CYP1A2 che produce un enzima importante nel metabolismo della caffeina. Alcuni individui posseggono una variazione in questo gene che consente loro di eliminare più rapidamente la caffeina (metabolizzatori veloci). Per questo possono consumare tranquillamente almeno 400 mg di caffeina al giorno senza problemi particolari. La ricerca, ha inoltre evidenziato che oltre a CYP1A2 vi sono almeno altri 6 geni che regolano il consumo di caffeina. È interessante notare che alcuni di questi, attivi nel metabolismo degli zuccheri e dei grassi, non erano mai stati collegati al consumo di caffeina.
Come fa, quindi, un individuo a sapere se e quanti caffè può assumere in un giorno?
È possibile stabilire attraverso un semplice test genetico la capacità di ogni singolo individuo a metabolizzare con un certa efficacia la caffeina giornalmente assunta. A mio parere, però, il test andrebbe fatto in casi di valutazioni mediche complessive su individui a rischio (patologie cardiovascolari).
Quali sono i benefici di questa scoperta?
Individuare nelle categorie a rischio i soggetti metabolizzatori lenti può essere importante per prevenire episodi acuti della patologia coronarica e per prevedere gli effetti di alcuni farmaci (farmacogenetica) molto importanti nelle terapie cardiovascolari che dipendono dagli stessi geni coinvolti nell’assunzione di caffeina.
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