È proprio vero: la terra chiama. Gianni Di Matteo, architetto, diviso a metà tra Palermo e Milano, forse non pensava di ritornare in Sicilia; più volte si era chiesto “che ci faccio quì” e così si trasferisce a Milano. Lavora per l’Istituto Europeo di Design, la Triennale e la Galleria Opos, scrive per Gap Casa, Ottagono e, come Managing Editor, per Padjournal e di soddisfazioni professionali ne avrà tante. Nel 2000, diventato papà, decide insieme alla moglie di far rientro a casa, a Mazara del Vallo. Seppur quel cordone che lo univa visceralmente alla sua terra non si fosse mai spezzato, riacquista la piacevole consuetudine dei profumi del Mediterraneo e dei colori che solo tramonti come quelli sulle saline trapanesi possono regalare a chi vive da quelle parti. Oggi insegna Sociologia dei processi culturali all’Accademia Abadir e dal 2015 è presidente di ADI Sicilia.
Leggendo i suoi articoli, mi colpisce un titolo: “Che ci faccio qui?” Continua a porsi questa domanda?
In realtà questa domanda se la fece, alla fine dei suoi giorni, in un letto d’ospedale, Bruce Chatwin. Diciamo che, in condizioni fortunatamente meno drammatiche, si, continuo a pormela perché questa è la domanda che si fa chi è sempre in viaggio, è la domanda dei curiosi compulsivi, degli affamati d’esperienza e di cose da osservare, di chi si pone il problema del “dove essere”, non in maniera affermativa ma dubitativa. Insomma è una domanda progettuale per eccellenza.
Qual è stato, in ambito professionale, l’incontro che ha segnato la sua vita?
La risposta è contenuta in quella precedente, infatti il titolo “Che ci faccio qui?” fu dato al mio primo articolo da Tamara Molinari, allora direttrice di Gap Casa. È stata lei a farmi scoprire il senso della possibilità, che troppo spesso in Sicilia è mortificato. Ero un ragazzo del sud da poco arrivato a Milano, senza alcuna esperienza, men che meno giornalistica, mi fu chiesto di scrivere una breve nota sull’attività dell’Istituto di Design dell’Università di Palermo. Scrissi, invece, di getto un articolo lunghissimo sul senso del fare design in Sicilia. Dopo qualche giorno la incontrai e mi chiese cosa ci facessi a Milano. Risposi che stavo cercando di capirlo. Pubblicò l’articolo per intero e per me fu uno choc positivo. Poi l’incontro con Ettore Sottsass. Andai nel suo studio in cerca di lavoro, mi trattenne quasi tutta la mattina. Non mi prese, ma andai via felice ed arricchito.
Il progetto che più l’ha entusiasmata e quello (se c’è) tenuto ancora nel cassetto.
Il progetto più entusiasmante resta l’ideazione e l’organizzazione, ancora, con Tamara Molinari e Marco Ferreri, della mostra Ri-usi alla Triennale di Milano nel 1997, fortemente voluta da Rodrigo Rodriquez. In Sicilia non posso non citare Favara Urban Network, il progetto culturale pensato nel 2013 da Andrea Bartoli, fondatore con Florinda Saieva di Farm Cultural Park, per il Castello Chiaramonte di Favara. Il cassetto è sempre affollato di progetti, uno riguarda il design del Mezzogiorno e probabilmente presto si vedrà qualcosa, l’altro più complesso e ambizioso guarda all’area mediterranea.
Da un anno è presidente di ADI Sicilia, succedendo a Vincenzo Castellana. Quali attività ha condotto in questi mesi e quali i progetti futuri?
Con ADI ho potuto continuare la ricerca di design sul campo. Ho avuto il piacere di veder inseriti 10 progetti siciliani nel prestigioso volume ADI Design Index 2015. Altra importante iniziativa è stata la partecipatissima festa della Farm. In quella occasione abbiamo allestito una grande mostra dedicata ai designer siciliani, dove Moak è stata una delle aziende protagoniste del progetto Foodss, ideato da Vincenzo Castellana. Adesso ci attende un fitto calendario di appuntamenti in veste di patrocinanti: “Villa Pennisi in Musica” ad Acireale, “Design in Town” a Siracusa e il premio “Tao Award Talent Design” a Taormina. Settembre ci vedrà, invece, impegnati in un appuntamento straordinario: la riunione, nella nostra regione del Consiglio Direttivo Nazionale di ADI. Infine, dal 12 al 20 novembre appuntamento a Palermo con la 5° edizione di I-Design.