“Sai cos’è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando.” Questa frase di Leonardo Sciascia sembra l’ideale introduzione al racconto di Francesco Frullini “Ultimo caffè a Comiso”, primo classificato alla XV edizione del concorso nazionale di scrittura Caffè Letterario Moak. Una storia tenera, malinconica e agrodolce di un amore che supera il tempo e la malattia, dove il caffè ha il potere di rievocare ricordi. Questa la motivazione della giuria presieduta da Cinzia Tani, scrittrice, giornalista e conduttrice Rai, dalla finalista del Premio Strega Elena Stancanelli, dagli scrittori Santo Piazzese e Gianluca Morozzi e da Enza Campino, responsabile della rubrica “parola di libraio” del Il Sole 24 Ore. Il secondo premio è stato assegnato al racconto “Caffè Freddo” di Irene Pavon, che ha preso spunto da una vecchia caffettiera ritrovata in casa e che incredibilmente custodisce ancora l’aroma del caffè, per riconnettere il dramma con l’accettazione di un gesto apparentemente imperdonabile.
“Affondo di caffè” è stata, invece, la terza opera premiata. L’autore, Albero Gallo di Napoli, ha ambientato il suo racconto durante la seconda guerra mondiale, in Germania, al Campo 9. Per sopportare l’umiliazione di preparare anche il caffè al nemico e alla propria moglie soggiogata dal nazista, Karloff, anestetizzato dal suo dolore, compie un gesto estremo.
Un’edizione dai temi forse struggenti e malinconici, ma raccontati dai tre autori con grande capacità di scrittura e che in qualche modo ci mostrano lo specchio di una società e la vera anima di chi ha il dono di saper tradurre in parole storie, ricordi ed emozioni.
Il Quadrato della Palma del Premio Belgiorno, che ogni anno premia il miglior racconto scritto dal partecipante più giovane, è stato vinto dal trentenne Stefano Maltoni, per essere stato lo scrittore più giovane e talentuoso del concorso. A consegnare il premio Pier Paolo Ruta, dell’Antica Dolceria Bonajuto, amico dell’illustre scrittore modicano Franco Antonio Belgiorno, che Moak ricorda ormai da sei edizioni. I dieci racconti selezionati dalla giuria saranno pubblicati nell’antologia “I racconti sul caffè”.
La serata di premiazione, condotta dalla brillante speaker di Radio Capital Betty Senatore, si è svolta lo scorso 29 ottobre in quella che è ormai diventata la sede ufficiale del gran galà dei due concorsi: gli spazi industriali di Moak, dove ogni giorno sostano tonnellate di chicchi e da dove si esce portandosi addosso il profumo di caffè appena tostato. Perché da lì non partono solo le migliori miscele, ma anche la passione per la cultura, il desiderio di trovare in diverse forme d’arte un buon motivo per far conoscere giovani artisti. Sul palco, mentre capeggiava la silhouette di Gesualdo Bufalino – al quale per l’edizione 2016 Moak ha voluto rendere omaggio per il 20° anniversario della sua morte – a trascinare il pubblico in un’atmosfera di fusione tra musica, immagini e parole, lo spettacolo live di Parole Note, il format di successo di Giancarlo Cattaneo e Maurizio Rossato, voci note di Radio Capital.
Per Annalisa Spadola, direttore marketing di Moak e ideatrice dei concorsi “Festeggiare i 15 anni dell’evento è stato un bel traguardo, che fa riflettere su come le passioni vere durano nel tempo e se sopravvivono vuol dire che altri come noi le coltivano e le condividono. Come la scrittura, la fotografia, la musica e le arti visive, che nella loro diversità, messe insieme o a confronto, richiamano ogni anno sempre più interesse di artisti di ogni età e di ogni parte. Buon segno che la cultura, proprio come il caffè, unisce”.