Moak partner della Scherma Modica. La società sportiva pioniera del progetto per non vedenti. L’intervista al maestro Giancarlo Puglisi e all’atleta Carmelo Gurrieri.
Quella tra Moak e la Scherma Modica è una partnership che dura circa 20 anni. Ad accomunarli non è solo la città in cui sono nate, Modica, ma anche il merito di averne dato lustro con i loro successi in tutto il mondo. Un legame che va oltre l’essere sponsor da una parte e società sportiva dall’altra. Entrambe sono nate come piccole realtà locali, ma con un indiscutibile carattere combattivo, ambizioso e sempre aperto alle innovazioni. A pochi giorni dai Campionati Assoluti Italiani Milano 2018 dal 7 al 10 giugno, abbiamo incontrato Carmelo Gurrieri, uno degli atleti che parteciperà nella categoria non vedenti alle nazionali di Milano. Insieme a lui Giancarlo Puglisi, maestro di spada della Scherma Modica e ideatore del progetto per non vedenti.
Giancarlo, raccontaci del progetto Scherma non vedenti e spiegaci perché ne sentiremo parlare.
Il progetto nasce a Modica nel 2010, dopo un esercizio ad occhi chiusi, che abitualmente facciamo fare agli atleti vedenti per allenare la sensibilità delle pressioni delle lame. Pensai allora che anche senza vedere era possibile tirare e colpire il bersaglio. Da lì ci siamo messi a lavorare al progetto e aprire la scherma non solo a chi ha disabilità motorie, ma anche ai non vedenti. Nel 2014 arriva il riconoscimento da parte del CONI. Oggi, grazie anche al supporto delle aziende partner come Moak, Modica conta un gruppo di atleti non vedenti che praticano la scherma. In tutta Italia sono circa quaranta a contendersi ogni anno il Campionato Italiano, mentre lo scorso settembre si è accodata anche la Francia e ad agosto sarà la volta della Svezia. Adesso il nostro obiettivo è presentare il progetto a livello mondiale alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020.
Cosa vuol dire essere innovativi nello sport?
Aprirsi al mondo e rendere lo sport fruibile a tutti. La scherma spesso viene erroneamente considerata una disciplina d’èlite e pericolosa per chi ha disabilità. Nulla di più sbagliato. Oggi lo sport paralimpico ha un’importante valenza sociale e di integrazione.
Carmelo, cosa significa per te poter praticare uno sport come la scherma? Mi sono avvicinato alla scherma grazie ad amici che la praticavano da anni. E’ stato come realizzare un sogno che avevo da bambino. Sono cresciuto con le storie di D’Artagnan, Robin Hood e Zorro e con libri di duelli che hanno sempre affascinato la mia fantasia. Praticando questa disciplina ho poi scoperto che c’è dell’altro: la scherma è uno sport dove si possono unire intuito e tecnica. Acquisire tecnica significa metterla al servizio del proprio istinto.
Che ambiente hai trovato in sala? Hai tirato con atleti di altre categorie?Un ulteriore valore aggiunto della Scherma non vedenti è quello di essere un sistema pienamente inclusivo, ovvero una società sportiva che non nasce per rivolgersi esclusivamente a persone con disabilità, ma che si apre al mondo della disabilità. Questo ci da la possibilità di poterci confrontare con gli altri atleti, non solo negli spogliatoi, ma anche in pedana. Un modello che vale per lo sport, ma che mi auguro possa estendersi anche in altri ambiti, come quello lavorativo o scolastico.
Prossima tappa i Campionati Italiani Assoluti di Scherma a Milano dal 7 al 10 giugno. Obiettivi e aspettative? Fare del nostro meglio, non abbassare il tiro e portare a Modica coppe e medaglie.