C’è chi mette al primo posto servizio e cortesia, chi crede che il tempo valga più di un caffè e chi invece punta sul “prezzo”. Dalla Grande Mela al Bel Paese sempre più locali adottano insolite strategie per conquistare o farsi conquistare dai propri clienti, cambiando, in alcuni casi, anche le abitudini di consumare al bar.
A Valley City, nella periferia di New York, due giovani hanno trasformato la sede di una ex banca in locale pubblico, dove chi entra può fare colazione, prendere un caffè o un gelato. Ma l’idea bizzarra non è tanto la nuova destinazione d’uso, quanto il servizio: le persone entrano, cercano quello di cui hanno bisogno, leggono il prezzo e pagano. Fin qui tutto normale, tranne il fatto che non ci sia nessuno ad accoglierli, nessuno che li serva, nessuno che stia alla cassa. Solo una telecamera che serve da “vigilante”. Ovviamente tutto costa meno e l’idea dei due giovani pare stia funzionando, i clienti sono contenti e addirittura lasciano le mance. In Italia non sappiamo quanto “l’occasione potrebbe fare l’uomo ladro”, né quanto possa essere apprezzata l’idea di entrare al bar e non sentirsi dire “buongiorno” o “preferisce un caffè lungo o corto?” Nel nostro Paese ci si affeziona al barista, apprezzandone la professionalità e la cortesia. Noi italiani saremo forse più furbetti, meno vigili alle regole, ma amiamo essere ospitali e socievoli, scambiare due parole davanti a un caffè. Confidando in questa sana indole, alcuni locali hanno ripreso l’antica usanza partenopea del “caffè sospeso”: il cliente che inizia bene la giornata o che quel giorno ha un motivo in più per festeggiare, beve un caffè e ne paga due, per chi viene dopo e non può pagarselo. Un caffè offerto, un gesto di umanità e sicuramente un sorriso in più.
C’è chi, invece, il sorriso lo ripaga. A Nizza, al Petite Syrah, rivolgersi educatamente a chi dovrà portare al nostro tavolo la tanto desiderata tazzina di caffè, consente alla clientela di non pagare il sovrapprezzo stabilito dell’espresso. Un invito a rispettare le buone maniere – sia ben chiaro che ci si aspetta lo stesso trattamento anche da dietro il bancone – che penalizza con il raddoppio del prezzo di un caffè chi non saluta e premia, invece, chi si mostra cortese ed educato. È invece tutta italiana, o meglio romana, la nuova formula dell’AntiCafè, dove non si paga la consumazione, ma il tempo che si trascorre seduti al tavolino.
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