Giovane, brava e con le idee ben chiare: creare qualcosa di bello e sostenibile, scuotendo – perché no – le vecchie istituzioni. Ivana Laura Sorge, trentacinquenne designer catanese, si laurea nel 2007 in Architettura con il massimo dei voti. Il legame con la sua terra, la Sicilia, è forte e attivo (come il vulcano che la sovrasta a pochi chilometri) e la voglia e determinazione di mettersi subito in gioco le farà aprire nel 2010 uno studio tutto suo, dove progetta e innesca fili conduttori tra recupero e modernità. Il suo campo si estende dalla progettazione urbanistica e dei giardini a quella architettonica, residenziale, commerciale, direzionale, attenta al consumo energetico, fino all’interior ed exterior design.
Diciamo che sei figlia d’arte, provenendo da una famiglia di imprenditori e carpentieri. Quanto ha inciso nella tua scelta professionale?
Sin da piccola ho osservato ed ammirato mio padre, il suo entusiasmo in cantiere unito a quello delle manovalanze nel veder innalzare la costruzione e il suo essere cordiale ed affabile con i clienti. Credo che tutto ciò abbia potuto influenzare i miei giochi d’infanzia, visto che tra i miei preferiti c’era il disegnare delle case ed i loro spazi, immaginandovi dentro dei pupazzetti muoversi all’interno. In età matura, ho avuto conferma che non si trattasse solo di un gioco, ma volevo andare oltre l’edilizia, volevo progettare guardando al paesaggio, studiando la luce naturale che mutua gli spazi, miravo alla poesia del progettare.
Non solo architettura, ma anche design. Con la collezione outdoor “Ray of Sunshine“ (raggio di sole) hai vinto quest’anno il premio della prima edizione Tao Awards Talent Design. Cosa ha significato per te?
Per una siciliana che ama la propria terra ed il proprio lavoro di architetto e designer, ricevere un premio di tale prestigio rappresenta un orgoglio del made in Italy per l’ambito nazionale e del made in Sicily visto che la collezione di arredi outdoor Raggio di sole è interamente prodotta da siciliani. Un successo che si è aggiunto a quello riscontrato al Fuori Salone di Milano 2015, dove la collezione è stata esposta con il riconoscimento del Design Selection di Archiproduction dato soltanto a circa 250 marchi ed aziende a livello internazionale.
In pochi anni hai già un portfolio da professionista affermata, spaziando da progetti di ristrutturazione, a nuove residenze, fino a realizzare opere per il mondo del sacro. In quale hai provato più emozione?
Ogni architettura e opera di design è un’emozione, una crescita. Un coinvolgimento emotivo, perché cambia il luogo, cambia colui o coloro che andranno a viverci, lavorare, socializzare. Amo il progetto di un’abitazione per un diversamente abile, posta su una collina panoramica sul mare e pertanto progettata in stretta relazione visiva e fisica con l’esterno; un volume vetrato incastonato tra la roccia in cui si specchiano i cipressi al vento e il riflesso dell’acqua della piscina ed un volume superiore concepito come un cannocchiale verso il paesaggio; amo la spiritualità e la dimensione umana che c’è in ogni progetto, enfatizzata nel sacro.
Quali sono i limiti e le opportunità per una giovane siciliana di affermarsi professionalmente?
L’essere una giovane siciliana, è come essere un fiore nato da un nuovo innesto trapiantato in una terra lavorata con i sistemi della tradizione; se a tutto ciò, novità, bellezza e tradizione, si affiancasse un sistema economico differente dal nostro nazionale e si lavorasse mettendo al primo posto le capacità intellettuali e artigianali, sarebbe tutto davvero più semplice.
Quanto è importante oggi per un architetto collaborare con Adi?
Sentirsi parte del mondo del design italiano, significa anche conoscere e vivere un istituzione di prestigio come ADI. Spero che il mio contributo in Sicilia possa portare la nostra Isola oltre che nel resto dell’Italia anche all’estero.
I tuoi progetti futuri?
Un’azienda leader nel mondo di prodotti che portano la luce e ventilazioni naturali, mi ha coinvolta nel Day Light Challenge, un team di 13 architetti siciliani con l’obiettivo di trasmettere al fruitore, ciò che ho sempre ritenuto importante nell’architettura di nuova edificazione così come nel recupero dell’esistente: riportare le luce naturale e il confort al centro del progetto, al fine di una progettazione ambientale e di bioarchitettura.
Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Nine Types of Industrial Pollution – Frank Zappa