Dopo il Museo di Architettura per bambini e il Countless Cities, a Farm Cultural Park nasce una nuova “ragione sociale”, quella delle Azioni Buone.
Non bastava aver dato nuova vita e nuovo decoro al centro storico di Favara, impegnandosi e spendendosi sempre in prima persona. Non bastava aver creato una galleria di arte contemporanea a cielo aperto che richiama ogni anno nel piccolo centro dell’agrigentino migliaia di persone da tutto il mondo, diventando di fatto un centro aggregante e forza animatrice per il risveglio culturale di un intero paese. Non bastava nemmeno aver creato una scuola di architettura per bambini che permettesse loro di aprirsi a nuovi orizzonti.
Andrea Bartoli e Florinda Saieva dovevano andare oltre, fare un ulteriore salto. Nasce così “Countless Cities”, la biennale delle città del Mondo che dal 29 giugno al 27 ottobre offre una panoramica sulle realtà urbane. Obiettivo comprendere cosa sono, come funzionano e cosa ci fa amare questi luoghi in cui vive oggi oltre la metà della popolazione mondiale.
In questi nove anni di vita Farm Cultural Park ha rappresentato un volano per la rigenerazione urbana di Favara nella sua forma più reale e concreta, riuscendo a risvegliare coscienze assopite, giovani rassegnati e persino over60 da sempre convinti che nulla può cambiare.
La biennale è articolata in diversi padiglioni dislocati nei Sette Cortili, a Palazzo Micciché e a Palazzo Cafisi. L’architetto David Adjaye è il curatore del padiglione dedicato a 53 capitali del continente africano ospitato nello spazio FARM XL; negli altri padiglioni le mostre sono dedicate a varie città tra cui Addis Abeba, Asmara, New York, Chicago e Tbilisi.
A Palazzo Micciché, ci si immerge nelle città di Beirut, Londra, Luxor e ancora, Berlino, Birmingham, Detroit, Douala, Koniakow, Nairobi e Tel Aviv. In questa sede trovano anche spazio le mostre “Augmented cities”, “The Sound of Resilience” ,“Matera, Architetture della Vergogna” e varie installazioni artistiche.
A Palazzo Cafisi è ospitata invece la sezione più politica della biennale con le tre mostre “Design break – Beijing / Suzhou / Shenzen”, “Garbage City – Il Cairo”e “Grand Tunis. Cities Stratification: The Heterotopic Vision of a City”.
Tre interpretazioni diverse che si interfacciano e dalla cui lettura condivisa può nascere una visione d’insieme che ci permette di capire verso che direzione ci stiamo muovendo, cosa unisce e cosa diversifica realtà differenti.
E se tutto questo ancora non bastasse il 25 Settembre verrà costituita la Società per Azioni Buone (SPAB) di Favara che mira a trasformare ogni cittadino in un piccolo grande investitore del luogo in cui vive, divenendo parte attiva di un cambiamento radicale.
«Solo a Favara – ci dice Andrea Bartoli (a destra nella foto in alto) – ci sono 500 milioni di euro in deposito bancario. La banca cosa fa? Prende i tuoi soldi e li usa per fare cose altrove. Noi invece vogliamo sviluppare progetti pluriennali per la nostra città. Negli scorsi cinque anni, in tempi di crisi, più di 20 milioni di euro sono stati spesi nel centro storico in seguito all’operazione culturale Farm. Nei prossimi dieci vorremmo che questa diventi un’impresa collettiva, che ogni cittadino possa essere proprietario di un pezzettino di città».
Info sulla Biennale quì.